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Domenica 23 Maggio 2010 08:42 |
Tutino (a destra) con il suo principale mentore, Sergio Cofferati.
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" Ahi TUTIN, di quanto mal fu matre...." si potrebbe dire parafrasando il XIX Canto dell'Inferno di Dante.
Balzato agli onori della cronaca per l'occupazione del Teatro Comunale di Bologna, il sovrintendente Tutino è nell'occhio del ciclone. Nelle sue interviste si proclama innocente e capro espiatorio ma per la maggior parte degli addetti ai lavori è proprio lui a rappresentare un compendio abbastanza completo delle magagne, degli impicci e degli imbrogli che stanno dietro la poltrona di un sovrintendente.
Un nostro solerte e prezioso collaboratore, mosso da un vecchio e saggio proverbio siciliano, “cu mancia fa muddichi” (chi mangia lascia le briciole), ha voluto “curiosare” sull’attività dirigenziale di Tutino. Ne sono uscite delle belle....ve le proponiamo.
Nel sito ufficiale del Nostro si legge che dal 1990 Marco Tutino inizia a ricoprire incarichi di responsabilità organizzativa e artistica nei Teatri Lirici italiani; dal ‘90 al ‘93 è consulente musicale del Teatro valli di Reggio Emilia, e tra le altre cose mette in scena la sua opera, Lupa. Dal ‘98 al 2002 è a Verona come consulente musicale e come “compositore residente”. Finalmente arriviamo a Torino dove dal 2002 al 2006 ricopre l’incarico di Direttore Artistico. Nel 2004 (dunque sotto la direzione artistica Tutino) viene allestito a Torino Il Cappello di paglia con regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi, che risulta inoltre essere tra i titolari della sartoria teatrale Tirelli dove verranno prodotti i nuovi costumi.Pizzi ovviamente ringrazia, mettendo in scena nel 2005, al teatro Lauro Rossi di Macerata, una nuova composizione di Tutino, Le bel indifferent. Rammento a chi non lo sapesse che Pizzi dal 2006 è anche Direttore Artistico dello “Sferisterio Opera Festival” da lui stesso ideato. E come sdebitarsi di una gentilezza simile? Semplice, altro contratto a Torino: Falstaff con regia, scene e costumi sempre affidati a Pizzi.
Nel frattempo Tutino si trasferisce a Bologna, e qui altro contratto consolidante a Pizzi, che prevede l’allestimento dello stesso Falstaff di Torino (regia, scene e costumi, occorre dirlo?)
http://www.tcbo.it/scheda_comunicati_stampa.asp?ID_COMUNICATO=122
Nel 2006, con Tutino ancora a Torino, vengono allestite due sue composizioni al Teatro Sociale di Rovigo, Dylan Dog e la Lupa (pagina 10 del file Rovigo teatro). Il direttore del teatro, Marcello Lippi (omonimo del CT azzurro) è anche Baritono. E infatti nell’anno successivo (2007) Marcello Lippi viene ingaggiato per il ruolo di Dulcamara nell’Elisir d’amore allestito a Torino. Sarà un caso?
Ma torniamo a Bologna. Pizzi dopo due allestimenti di Falstaff a lui affidati da Tutino, molto educatamente ricambia il favore, e quindi decide di mettere in scena un’altra nuova composizione sempre di Tutino e sempre a Macerata. Così nel luglio 2008 viene rappresentata la nuova opera di Tutino The Servant.
http://www.nonsolocinema.com/THE-SERVANT-ALLO-SFERISTERIO-OPERA_11328.html
Tutino ormai in difficoltà per tanta ammirazione e gentilezza da parte di Pizzi, qualche mese dopo lo invita ancora a Bologna per l’inaugurazione della stagione 2008. Pizzi firmerà regia, scene e costumi, in un primo momento affidate a Ronconi, di Der Vampyr. Per quest’ultima opera è stato realizzato un nuovo allestimento,costosissimo, in condizioni di deficit conclamato. Le necessità di bilancio avrebbero dovuto suggerire altre soluzioni.
Vengono poi le regie affidate a Lorenzo Mariani, direttore artistico del Teatro Massimo di Palermo: una Bohème più volte riproposta nelle ultime stagioni, e il prossimo Edgar previsto per maggio/giugno. Mariani, molto educatamente, ricambia. Lo stesso Tutino tiene a informare l’opinione pubblica (corriere di Bologna 10/3/2010) che il prossimo anno una sua nuova opera, Senso, inaugurerà la stagione del teatro Massimo di Palermo… Infine il rapporto col direttore d’orchestra Nicola Luisotti, che ha già diretto in più occasioni coro e orchestra del Teatro Comunale, e da poco nominato direttore stabile al San Francisco Opera: ha diretto la Salome a Bologna inaugurando la stagione 2010 e, come da lui stesso dichiarato in una recente intervista americana “spera di poter commissionare una nuova opera al M° Tutino”.
Ne sentiamo tutti uno stringente bisogno!
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Recensioni
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Sabato 22 Maggio 2010 07:29 |
Amarilli NIzza, Cio Cio San all'Opera di Roma
Torna Madama Butterfly all'Opera di Roma e stavolta è la compagnìa di canto , con l'orchestra e il suo concertatore Daniel Oren, a brillare di luce propria, in virtù di un bel lavoro di squadra.
Spicca la voce ma soprattutto l'interpretazione intensa di Amarilli Nizza, un soprano che a ragione può definirsi un membro semi-stabile del teatro romano. La sua Butterfly è sotto un ferreo controllo tecnico, che assicura acuti timbrati e delicate mezzevoci, ove prescritto. La sua interpretazione va in crescendo fino al bellissimo finale, in cui credo che oggi tema ben poche rivali.
Al suo fianco un Marco Berti tenore classico, di gran voce e di bel colore, appena appena 'spinto' sulle note estreme tanto da renderle un po' dure: ma viva la faccia, una voce che riempie tutta la sala esattamente come succedeva un tempo quando solo a quel tipo di sonorità veniva offerta la scrittura.
Il baritono Franco Vassallo come Sharpless si presenta elegante ma di volume limitato e così il Goro di Mario Bolognesi, che indulge troppo spesso al 'parlato' più che al 'cantato'.
Ottima la Francesca Franci come Suzuki, soprattutto per la partecipe interpretazione.
La palma d'oro della serata va senz'altro ai due protagonisti e a Daniel Oren, che con la Butterfly sguazza nel suo territorio d'elezione: una concertazione attentissima a non coprire mai le voci, tempi perfetti, languori estremi nei passi topici (duetto del I atto, Coro a bocca chiusa, Interludio orchestrale, Finale) , estrema precisione. L'orchestra ha suonato in modo meraviglioso....non così il Coro diretto in modo assai distratto da Andrea Giorgi, che nei pochi ma scoperti momenti in cui doveva intervenire non si è presentato omogeneo e del tutto intonato.
Note dolenti per quanto riguarda la regìa di Stefano Vizioli. Io assistetti al debutto di Stefano, proprio con Butterfly alla Rocca Brancaleone di Ravenna e , devo dire a malincuore, che rimpiango quella serata a fronte di questa, dopo circa vent'anni. Intanto il pessimo disegno luci, che pur il regista attento deve assicurare : personaggi spessissimo al buio, con facce in ombra o in penombra; un gioco quasi disneyano sul PVC, un fondale troppo cangiante ora in rosso, ora in azzurro, ora in verde, marrone, grigio, arancione....un carnevale che toglieva drammaticità e coerenza all'opera pucciniana. Inoltre una brutta impalcatura a mo' di scenografia, a significare una casa che non sembrava nemmeno in costruzione, ornata di bandierone e di un cavallo in cima, assai poco gradevoli. Se aggiungiamo una regìa solo a tratti scrupolosa ma piuttosto distratta, che lasciava i personaggi allo sbando, troppo lontani uno dall'altro (il Console che legge la lettera seminascosto, Butterfly e Pinkerton separati da metri e metri di palcoscenico, Butterfly che durante la famosa attesa si volge verso il pubblico e mima una controscena che sembrava un misto tra una doccia senza l'acqua e una strana danza propiziatoria...). Insomma....si poteva e si doveva pretendere molto di più.
Da registrare un grande successo da parte del pubblico.
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Domenica 16 Maggio 2010 10:14 |
Riporto una discussione avvenuta su Operaclick, forum tra i più attivi e prestigiosi in campo operistico.Il nick Clausolavera è riferito a un sindacalista , molto addentro alle questioni ultime riguardanti il decreto ministeriale contestato e la situazione delle Fondazioni in generale. In neretto le mie risposte , le mie perplessità....
Clausolavera scrive:
"Dal 2002 ad oggi è stato ottemperato un taglio al sistema che si apprezza attorno all'80% ...di cui la grossa fetta del 45% dai bienni 2008/09 , 2009/10 che ha portato al collasso di TUTTO il sistema musica creando deficit ad andamento esponenziale e riducendo gli investimenti del comparto pari allo 0,8 del PIL in Europa meno della Romania."
Il collasso non è causato dai tagli e i deficit non nascono come per incanto dal 2002 in poi, questa è pura fantasia. Già nel 2002 si era in piena "ERA del DEFICIT" e sull'orlo del collasso, esattamente come oggi e , in taluni casi, persino di più. Le gestioni "a deficit" risalgono ad almeno una ventina d'anni (per essere buoni). I tagli hanno caso mai "interrotto" le emorragìe di danaro, buttato dalla finestra per pagare allestimenti mostruosi (e per "mostruoso" non intendo brutti, perché alcuni potranno essere stati anche belli, ma COSTOSI oltremodo: prebende ai titolari di ditte private, fatture gonfiate a dismisura, costruzioni od oggetti commissionati a ditte di amici, SPRECHI....oltre ai famosi soldi sottobanco agli artisti, le TANGENTI, o sottobanco ai direttori artistici e sovrintendenti....le ospitate di intere settimane a giornalisti compiacenti, in vacanza-premio con i loro amanti sulle coste assolate del Bel Paese... ). CIO' DETTO sono perfettamente d'accordo (e l'ho sempre affermato) che i "tagli alla Cultura" sono uno scandalo, una vergogna, ec. ma va stabilita la differenza tra CULTURA e SPRECO!
Clausolavera scrive:
In compenso la Casta finora non ha fatto altro che fare il giochetto dei 3 assi...scaricando un giorno le colpe addosso alle sovrintendenze "antipatiche" , l'altro ai sindacati delle maestranze... ai cartelloni...IL TIRO AL PICCIONE , tipico atteggiamento di chi non sa piu' che pesci prendere.
Caro Clausolavera, ma tu credi davvero che la "Casta" (termine un pò troppo generalizzante...diciamolo: chi sono? Dove sono? A quale partito appartengono? Sono TUTTI o QUALCUNO) si interessi così tanto all'Opera, ai Teatri??? Io non credo proprio. La casta è per sua definizione ignorante e guarda ai piatti ricchi, ai generi che portano voti (caso mai al Calcio o alla Televisione, che raccolgono le masse) e che smuovono ingenti capitali. L'Opera cosa smuove? Capitali di minor portata che, in ogni caso, si mangia avidamente, ghiotta com'è di lussi ed extra-lussi (provate a chiedere quanto costa UN solo costume operistico, quando richiede un pò di pelliccia- RIGOROSAMENTE VERA- o qualche orpello decorativo....e poi moltiplicate questa cifra per il numero di costumi necessari, tra comparse, coristi e solisti!).
Clausolavera chiude così:
Adesso queste malefatte vorrebbero farle pagare ai lavoratori, ai precari o addirittura alle istituzioni stesse minacciando di chiudere uno o piu' teatri.Comunque pare già che circa sessanta deputati hanno sottoscritto un’interpellanza bipartisan per chiedere al presidente del Consiglio di ritirare la bozza di decreto.
...e oggi è persino finito l'idillo Bondi- Scala con la dichiarazione di sciopero ad oltranza.
....lo dici tu: si chiede di ritirare la bozza di decreto per non portare alla chiusura i teatri e mettere in cassa integrazione i lavoratori degli stessi. Non c'è da avere paura, quindi...i teatri italiani, deficit o no, saranno salvati dal solo , UNICO, VERO Teatro che esiste in Italia: la Scala di Milano. Ringraziamola, "invece di fischiare a ogni Prima"!!!!! Mi permetto solo di aggiungere che non si curano le malattie "sedando" il malato per farlo dormire, ma estirpando il male alla radice: questo fa un buon medico. Il medico pietoso fa la piaga purulenta.
Clausolavera replica:
Davvero siamo sulla stessa barca? E allora perchè invece di sostenere i musicisti TU gli dai addosso? (...) ..tu invece sembri fin troppo dalla parte della premiata ditta Sovrintendenti/Direttori Artistici & C. quelli che entrano escono e rientrano a loro piacimento nei teatri grazie agli agganci e quan'altro....quelli che decidono i cartelloni , i preventivi e come vanno spesi i soldi.
???? A questo punto mi è chiara una cosa: O io scrivo in turco e parlo in thailandese, O tu hai le traveggole!!! Mai parlato contro un musicista, mai difeso un Sovrintendente o un Direttore artistico. Ma cavolo!!!??
La crisi economica dei teatri è dovuta prima di tutto ai Tagli che sono stati apportati in maniera rozza e strumentale in tutti questi anni. (...) I lavoratori cosa c'entrano con le scelte circa le regie? Secondo te chi suona in orchestra è l'artefice delle tangenti e del malaffare? Sono loro che decidono i cartelloni? Non farmi ridere dai...magari fosse così....te lo farei vedere io in quanto sparisce tutto questo circo di incapaci!
Come fa un TAGLIO a produrre DEFICIT? Anche qui mi sembra di parlare in turco, ma dato che io non parlo né scrivo in "sindacalese" ma cerco di ragionare ed esprimermi con la semplicità e la chiarezza del cretino qualunque (con tutto il rispetto per i cretini), non vedo come si possa affermare che qualcosa che viene tolto possa produrre un qualcosa che va in rosso sul bilancio?? Ciò avviene SOLO NEL CASO CHE SI PRODUCANO SPESE SUPERIORI AL BUDGET. Sapevi, caro Clausolavera, che in Germania un direttore artistico che soltanto in sede di proposta di cartellone vada OLTRE il budget viene ipso facto rimosso? In Italia non vi sarebbe più UN solo direttore artistico al proprio posto...forse. Poi. DOVE MAI HO SCRITTO o DETTO che chi suna in orchestra o lavora in Teatro sia l'artefice del deficit? Ho sostenuto, invece, una cosa ovvia e che andrà rimediata al più presto: e cioé che gli organici attuali, nel loro totale, sono smisurati per la qualità e la quantità di spettacoli prodotti! Allora: se si vuole continuare a tenere in teatro 800 o 1000 dipendenti SI PRODUCANO DI CONSEGUENZA SPETTACOLI DEGNI DI AVERE SIMILI QUOTE, COME SI FACEVA UN TEMPO. IL che NON VUOL DIRE prendersela con i lavoratori (questo è puro sindacalese) , ma prendersela con chi amministra i teatri. Sono stato più chiaro?
...in un paese normale un giornalista competente come te avrebbe indagato su uno scandalo del genere. Capisco pero' che l'argomento scotta, si rischia grosso a parlarne e i tempi non sono ancora maturi...
Ma figurati! Lo dici proprio a me??? Da quando è iniziata la Barcaccia non credo di aver fatto altro! Nomi e cognomi compresi. Stai dimenticando parecchie cose, pensa a chi invece ha sempre taciuto...
La Scala è l'UNICO VERO Teatro che esiste in Italia ? Parere tuo, come quello di chi chi tifa Milan ! Secondo me al di là dell'indubbio valore e prestigio dell'istituzione è proprio da lì che parte l'inefficienza.
INTENDEVO DIRE (si vede che davvero scrivo in turco!? ) che è l'UNICO TEATRO VERO CHE ESISTE PER IL GOVERNO IN ITALIA, l'unico teatro riconosciuto prestigioso come tale e quindi degno di sovvenzioni straordinarie. Questo intendevo. Lo so benissimo che la qualità e la stessa quantità non corrispondono a questa fama!!!!
Vorrei che leggeste attentamente questo scritto firmato sulla mia pagina Facebook dal maestro Paolo Olmi, uno dei più importanti direttori d'orchestra italiani attualmente direttore stabile presso il teatro di Nancy, in Francia....penso sia abbastanza istruttivo.
Paolo Olmi Prima di tutto una parola sugli stipendi dei musicisti che suonano e cantano nei teatri italiani.Sono assolutamente troppo bassi per garantire un lavoro svolto con impegno e dignita'. Nel mio teatro di Nancy, senza indenniita' e ammennicoli, si entra come strumentista di fila con circa 2400 euro,in una citta' poco cara e benissimo organizzata come ... Mostra tuttotrasporti.il teatro aiuta tutti a trovare casa.La stessa cosa vale per noi direttori e solisti, soprattutto italiani.da 10 anni ci hanno tagliato i cachet e ci hanno costretto a emigrare all'estero mentre in italia una pletora di artisti slavi che a Nancy hanno un cachet di 4000 euro ne prendono 10.000 per dirigere la loro prima opera a Bologna o per fare i direttori musicali in altre orchestra. Anche noi non siamo stati difesi da nessuno. Da ultimo la burocrazia dei teatri è cosi complicata che il reparto amministrativi organizzativo,ufficio stampa e marketing è sovradimensionato e succhia troppa parte delle risorse-sovrintendenti e direttori artistici non sono stati capaci negli ultimi anni di svolgere il loro ruolo:non sono stati capaci di negoziare soluzioni realistiche con i sindacati per paura di perdere i loro lauti stipendi.i direttori artistici non sono piu' capaci di scegliere e difendere un cast e lasciano questo compito alle agenzie che fanno il bello e cattivo tempo:non si capisce ad esempio come una cantante attempata conme la Casolla,che una voce che balla tremendamente e una presenza che ricorda la Nonna di Amneris, continui a cantare questo ruolo a Roma ad'una eta in cui in genere si sta con i nipotini- Ancora,pensare che si possa insegnare in Conservatorio senza avere pratica di orchestra è da irresponsabili:si distruggeranno anche le nostre gloriose scuole- Suonare con le sale vuote come avviene all Opera di Roma e umiliante, ma contro i responsabili di questa inspiegabile situazione, che esiste da 20 anni, sono mai stati sollecitati dai musicisti, dalla politica e dal pubblico a darsi una mossa?la ricetta e' molto semplice:prezzi troppo alti, nessuna attivita' di promozione, 15 anni di titoli cervellotici- Adesso tutti questi errori ce li stanno facendo pagare cari. Sono d'accordo con Stinchelli, i primi antagonisti sono (quasi tutti) i Sovrintendenti e i Direttori Artistici.
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Note
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Sabato 15 Maggio 2010 19:59 |
Dalla fine di aprile qualcosa è successo nel pigro e lento mondo dell'Opera italiana. Adesso anche l' “uomo della strada” (e Dio solo sa quanti ce ne sono nel nostro paese!) sa che i teatri scioperano per “protestare contro i tagli del Fus e contro il nuovo decreto governativo “ che dovrebbe parzialmente riformare il mondo dello spettacolo. Il Comunale di Bologna è stato preso d'assalto da coloro che ivi lavorano, al punto da costringere il Sovrintendente tuttofare Tutino a chiamare Digos e forze dell'ordine; scioperi a Firenze, a Roma,persino Monsieur Lissner fa sentire la sua voce dal trono scaligero, la nobile Accademia di Santa Cecilia, il Teatro di San Carlo a Napoli pur commissariato da S.E. Salvo Nastasi, il grande risanatore dei bilanci; il Carlo Felice di Genova si agita da tempo.Ovunque -si dica a chiare lettera- serpeggia il malcontento e la voglia di gridare “Basta!”.
Ma qual è il vero problema?
Non è certo il decreto e non sono certo i tagli al Fus, che pur umiliano il nostro paese al cospetto dell'Europa e del mondo. A parte la violenta decurtazione dello stipendio dei lavoratori del teatro (300E al mese) e alcune nuove norme che certamente non faciliteranno la qualità e la tenuta delle già periclitanti “masse artistiche” , questo decreto si allinea su una posizione classicamente manageriale, com'è nello stile del governo retto da Silvio Berlusconi e che ha in Tremonti la tipica figura di “ colui che deve far quadrare i conti”.
Il guaio, ed è bene che un po' tutti adesso lo sappiano, è che i conti da tempi immemorabili non tornano e la colpa non è né dei governi, né dei colori politici che tali governi caratterizzano, ma di un andazzo che ha radici lontane. Un “sistema Opera” malato perché fatto di gestioni amministrative che definire disinvolte è soltanto un garbato eufemismo.
La colpa della situazione attuale è solo e soltanto di coloro che sono preposti alla buona condotta di un teatro , o Fondazione che sia, e cioé: Sovrintendenti e Direttori artistici.
Sono loro che hanno costruito i cartelloni degli ultimi anni, sono loro che hanno creato i deficit finanziari per milioni e milioni di Euro, sono loro che hanno prosciugato le casse dello Stato e delle sponsorizzazioni (pingui o esili che fossero), sono loro che hanno sperperato, che sono andati fuori budget con allegria e nonchalance, all'insegna del “tanto paga Pantalone”.
Tra questi signori vi sono alcuni sprovveduti nominati incautamente dai politici tanto per avere un posto (e un lauto stipendio: i sovrintendenti guadagnano in media dai 150.000 ai 350.00E l'anno) , alcuni incapaci e alcuni ladri patentati. Questi ultimi non soltanto sono andati fuori budget, consapevoli del passivo, ma si sono prodigati a falsificare i bilanci con i loro direttori amministrativi, a fatturare in modo truffaldino , ad appaltare a ditte esterne, a gonfiare i costi, a trattare sottobanco con agenzie di pochi scrupoli, a intascare tangenti grandi o piccine.
La magistratura si occupa da anni di taluni di questi campioni ma finora non si è mossa. Il nostro paese, come dimostrano le prime pagine dei quotidiani o dei vari TG, ha praticamente una decina di scandali al giorno, la maggior parte dei quali molto più cospicui e coinvolgenti del piccolo tumulto operistico. In fondo se facciamo la somma di tutti i dipendenti delle principali fondazioni arriviamo a circa 4000 anime: nel paese che vede gli operai di Termini Imerese lottare per la sopravvivenza, aziende come Alitalia in bancarotta e via discorrendo...i 4000 dell'Opera possono quasi essere considerati degli scocciatori, dei viziati incontentabili, cui viene ora parzialmente modificato il giocattolo con cui per anni si sono trastullati.
Del resto contro chi protestano? Contro i “tagli alla Cultura” , contro un decreto? Ma se il Fus fosse invece raddoppiato e sull'Opera piovessero miliardi in più, non aumenterebbe forse l'indecoroso magna-magna e di conseguenza il deficit? Inutili sono, a mio avviso, le pur scenografiche discese in campo di personaggi come Zubin Mehta, che tuonano contro i tagli ministeriali quando hanno fatto parte, nel bene e nel male, di quel 'sistema Opera' malato di cui sopra.
Per interrompere l'emorragìa valgono a poco le parole, per altisonanti che possano risultare.A cosa possono servire i concerti gratuiti quando poi a teatro ci vanno solo gli appassionati, perché i costi sono altissimi a fronte di qualità non sempre di pari livello?
A cosa serve far saltare una Prima, in un paese in cui si ignora o quasi l'esistenza di Verdi, di Puccini, di Rossini e in cui la stessa classe politica diserta regolarmente le serate più importanti?
Bisogna prima bloccare il sistema perverso, cacciare via i responsabili (che tutti conoscono, con nome e cognome) e poi porre su quegli scranni personaggi dalla fedina penale pulita e , come diceva un mio amico molto importante, “possibilmente già ricchi, così non rubano”.
La protesta è quindi mal indirizzata. NO ai ladri, NO a chi crea la bancarotta, NO a chi si serve della Musica invece di servirla.
Più amore per l'Opera, più onestà, più competenza. L'ignoranza, che Spinoza definiva giustamente “immorale”, ha creato una generazione di ladri e di furfanti. Cacciamoli via e sarà un bene per le Fondazioni, oltre che per l'Italia.
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